Le Origini dell'Industria Siderurgica a Bagnoli (1906-1930)

Le radici industriali: la nascita dell’Ilva

La fondazione dell'Ilva di Bagnoli nel 1906 rappresenta un momento cruciale per l'avvio del processo di industrializzazione moderna nell'area di Napoli. L’impianto siderurgico, uno dei più grandi e avanzati d’Europa, fu realizzato grazie alla "Legge per il risorgimento economico di Napoli" del 1904, fortemente voluta dal meridionalista Francesco Saverio Nitti. Questa legge, concepita per incentivare lo sviluppo economico e industriale di una città segnata da profonde difficoltà sociali, prevedeva significative agevolazioni fiscali e misure volte a promuovere l’insediamento di industrie ad alta intensità di capitale, capaci di assorbire la disoccupazione che affliggeva vaste fasce della popolazione.

Il contesto economico e sociale di Napoli agli inizi del Novecento era caratterizzato da una grave arretratezza economica, con una popolazione in gran parte dedita ad attività artigianali o agricole e afflitta da livelli elevati di disoccupazione. La fondazione dell'Ilva a Bagnoli segnò una svolta per la città, ponendola al centro del progetto di industrializzazione del Mezzogiorno e trasformandola in un nodo strategico per la produzione di acciaio e ghisa.

L’Ilva di Bagnoli, con il suo elevato livello tecnologico e una vasta forza lavoro, divenne rapidamente il simbolo della modernizzazione e del riscatto industriale del Sud Italia, contribuendo in modo determinante a ridurre il divario economico tra Nord e Sud. L’impianto non solo rappresentava un baluardo dell’industria pesante italiana, ma incarnava anche le speranze di una nuova fase di sviluppo per l’intera città di Napoli.

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