Attività progettuale e programmazione delle azioni
La programmazione degli interventi e la conseguente attività progettuale ha tenuto conto del quadro ambientale di contesto, approfondito nell’ambito di precedenti studi svolti in particolare dal Commissario Corbelli e dei fabbisogni espressi dal territorio, emersi nel corso nei numerosi incontri condotti nel corso delle attività partecipative attivate con l’Università di Bari ed in eventi organizzati nell’ambito del Taranto Eco Forum (TEF), del progetto CALLIOPE, Re-think - Circular Economy Forum, etc.
Alcune delle progettualità sono state candidate nell’ambito del Just Transition Fund – JTF che rappresenta lo strumento utile a territori (tra cui l’area di Taranto) dipendenti fortemente dai combustibili fossili nonché da industrie che utilizzano enormi quantità di carbonio per il loro funzionamento, per effettuare la transizione corretta verso una economia pulita e sostenibile in un contesto operativo fortemente funzionale alla riduzione delle emissioni climalteranti ed alla anche alla riqualificazione e bonifica dei territori. In particolare, l’Area di Taranto è destinataria di importanti risorse pari a 795,6 milioni di euro.
Tra i progetti candidati i seguenti:
Filiere verdi
Il progetto Filiere verdi si colloca nell’Area di crisi industriale, ad elevato rischio ambientale, da decenni fortemente impattata prevalentemente da insediamenti industriali. Studi epidemiologici (a cura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno rilevato importanti criticità di salute per la popolazione residente, a seguito dell’esposizione ad inquinanti organici ed inorganici caratterizzanti tutte le matrici ambientali. Con particolare riferimento ai suoli, la cui contaminazione è, in buona parte, determinata da fall out atmosferico, i territori sopra menzionati comprendono il più elevato numero di terreni degradati esistenti nella provincia di Taranto. In tale contesto, con il progetto Filiere verdi si intende sviluppare interventi di risanamento green, in linea con i principi del Biorimedio fito-assistito (degradazione/ trasformazione e immobilizzazione di inquinanti nel suolo a seguito dell’azione sinergica tra specifiche essenze vegetali e batteri che popolano la rizosfera), caratterizzati da bassi costi e positive ricadute di carattere ambientale, sociale ed economico. L’azione di biorimedio fito-assistito sarà finalizzata a restituire agli usi produttivi ampie porzioni del territorio, prevalentemente a vocazione agricola, garantendo il miglioramento della qualità dei suoli (in termini di disinquinamento, incremento della sostanza organica e ripristino delle comunità microbiche con incremento della fertilità), il sequestro di importantissime aliquote di CO2, la creazione di filiere produttive che comprendano anche la piena valorizzazione della biomassa vegetale mediante approcci di upcycling (tesi a conferire il massimo valore aggiunto, estraendo metalli e materie prime critiche da ricollocare sul mercato, biopolimeri, principi attivi per farmaci e cosmetici, legname per la costruzione di imbarcazioni di lusso, materiali per l’edilizia e per gli arredi, oltre alla produzione di “advanced biofuel” ai sensi dell’Allegato IX della Direttiva RED II della Unione Europea, etc.), creando nuove opportunità occupazionali e l’attivazione di percorsi volti a ridurre sensibilmente il rischio per la salute delle popolazioni residenti.
Centro unico Bonifiche
La creazione di un Centro unico Bonifiche si pone l’obiettivo di svolgere attività cooperative di monitoraggio e di analisi di dati, utilizzando tecnologie evolute e funzionali al lavoro congiunto ed interistituzionale sull’articolato tema delle bonifiche nell’area tarantina. Il progetto, promosso dal Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di Bonifica di Taranto e da ARPA Puglia, punta al coinvolgimento della Provincia di Taranto, della Regione Puglia e delle Amministrazioni Comunali ed in stretta sinergia con il MASE ed ISPRA e di tutti gli attori istituzionali e scientifici che intervengono nel settore delle bonifiche. In particolare, il progetto mira all’allestimento di un complesso sistema di monitoraggio integrato in cui gestire dati in tempo reale, provenienti da sensori puntuali ed areali opportunamente installati e resi disponibili in continuo in un centro di controllo, con la finalità di garantire la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini. La quantità e la qualità dei dati, in un periodo ad intensa digitalizzazione e la velocità con cui possono essere elementi posti al servizio della conoscenza ambientale, funzionale anche alla progressiva deperimetrazione del SIN di Taranto.
Per la gestione dei dati di monitoraggio il progetto prevede la realizzazione di una Control Room composta da una struttura informatica centralizzata che consuntiva ed analizza automaticamente, possibilmente in continuo, le informazioni acquisite sui territori con i sensori innovativi, tra cui sensori biobased, sensori passivi di nuova generazione, anche con l’utilizzo delle fibre ottiche, sensori intrinseci, dispositivi per l'interrogazione dei sensori, sensori di impatto. Tali dati saranno integrati da informazioni scaturite dall’utilizzo delle immagini satellitari con particolare riferimento ai dati Sentinel della Piattaforma Copernicus, che consentiranno di estrapolare i dati acquisiti con sensori puntuali ed al contempo di ottenere una valutazione sinottica e panoramica dei fenomeni in atto sul territorio.
Biodiversity Demo Centre
Il Biodiversity Demo Centre si pone come una delle sedi territoriali della rete nazionale del Biodiversity Science Gateway, ospitata in ampi spazi siti nel centro di Lecce che, con l’ausilio di allestimenti tecnologicamente avanzati (ologrammi interattivi in movimento), presenta approcci e contributi innovativi relativi ai temi della biodiversità in un contesto caratterizzato da importanti pressioni ambientali ed in condizioni di cambiamento climatico. Il Biodiversity Demo Centre punta ad evidenziare come, nonostante la presenza, a luoghi, di situazioni di inquinamento ambientale, il Mar Piccolo presenta, ancora oggi, un’elevata resilienza con una biodiversità particolarmente ricca caratterizzata dalla presenza di spugne, policheti, bivalvi, cirripedi, briozoi, ascidiacei, echinodermi quali i gigli di mare e le oloturie, molte delle quali si alimentano filtrando di continuo l’acqua del mare e trattenendo all’interno del loro corpo minuscole particelle organiche e contribuendo, in tal modo, a processi di bioremediation. Il Demo Centre è progettato come un riferimento culturale e scientifico per la città di Taranto e per i suoi visitatori sui temi delle risposte della biodiversità e degli ecosistemi ai cambiamenti climatici e sulle loro implicazioni sul nostro benessere, ponendosi come elemento di forte attrattività.
Valorizzazione dei risultati della ricerca ottenuti nell’ambito della misura M4C2 - Dalla ricerca all’impresa del PNRR e messa a terra per la Ripresa e Resilienza del territorio di Taranto.
La Missione 4 Componente 2 (M4C2) del PNRR, punta al potenziamento delle attività di ricerca di base e industriale, per favorire sia la ricerca aperta e multidisciplinare e per affrontare sfide strategiche per lo sviluppo del Paese. L’Italia sta investendo sulla Missione “Dalla ricerca all’impresa” complessivi 8,55 miliardi di euro che possono costituire, una straordinaria occasione per rilanciare l’economia di un territorio fortemente dipendente dalla grande industria e caratterizzato da significative criticità ambientali e da contrasti economico-sociali. Come ribadito in più occasioni da illustri esponenti del Governo, Taranto ed il suo sviluppo sostenibile, rappresenta una delle principali sfide del Paese. Il particolare orientamento della M4C2 alle tematiche del green e del digitale trova nel territorio tarantino terreno fertile per le possibilità di sviluppo. Numerosi sono gli investimenti MUR in ambito PNRR che hanno prodotto risultati immediatamente valorizzabili e trasferibili sui territori, tra cui Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale, progetti presentati da giovani ricercatori, Partenariati estesi a Università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca, Potenziamento strutture di ricerca e creazione di "campioni nazionali" di R&S su alcune Key enabling technologies, Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione per la sostenibilità", Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione, dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l'assunzione dei ricercatori da parte delle imprese. Molti di questi progetti coinvolgono ampie reti scientifiche delle principali Università ed Enti di Ricerca italiane, comprese le realtà abitualmente operanti sul territorio tarantino (Università di Bari, Politecnico di Bari, CNR, ENEA, Università del Salento, etc.).
Progettualità per il sostegno della mitilicoltura ed ottimizzazione della distribuzione delle boe e dei sensori
La tutela della mitilicoltura assume una rilevanza strategica non solo per i risvolti economico-sociali ma anche per gli aspetti ambientali. Infatti, i mitili hanno un importante significato ecologico, poiché formano ecosistemi ad alta produttività e per tale motivo determinano un incremento delle comunità microbiche nei sedimenti che degradano le sostanze contaminanti ed al contempo provocano anche un incremento della sostanza organica che, come noto, ha un importante effetto chelante per gli inquinanti. In aggiunta il microbiota tessuto specifico dei tessuti esposti all’ambiente come guscio, piede e bisso, ha un ruolo attivo nella degradazione di inquinanti organici, purtroppo presenti in particolare nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto. In ultimo i mitili sono essi stessi dei biondicatori in ragione degli importanti volumi di acqua che filtrano. Dal mese di maggio 2024, si sono tenute più riunioni che hanno coinvolto il Consiglio Nazionale delle Ricerche, con il Comune di Taranto (protagonista del progetto Calliope), con la Capitaneria di Porto, con ARPA Puglia, con l’ASL e con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio per ottimizzare la localizzazione delle boe e delle sonde multiparametriche a mare in dotazione ai diversi Enti. In tale direzione sono in corso ulteriori approfondimenti per l’ubicazione di ulteriori boe e sonde in fase di acquisizione da parte del Comune di Taranto. Tale azione punta alla condivisione delle informazioni anche allo scopo di accrescere la conoscenza condivisa e generare delle consapevolezze comuni per la definizione di interventi sinergici, creando anche delle economie di scala.
Azione sperimentale per lo sviluppo di buone pratiche di contrasto alla moria dei Mitili
Nel corso degli ultimi anni a Taranto sono incrementati eventi di mortalità di massa di mitili, dovuti anche ai recenti incrementi termici delle acque del mare. La su esposta importanza della mitilicoltura tarantina, anche per la tutela della biodiversità e la decontaminazione, ha determinato il pieno coinvolgimento del Commissario nelle azioni di contrasto alla moria. In particolare, sono state presentate progettualità al Direttore generale della pesca marittima e l'acquacoltura del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ed al Direttore generale per la tutela della biodiversità e del mare del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. In aggiunta a valle di una audizione tenutasi lo scorso 10 ottobre 2024, presso il Consiglio Regionale della Puglia (IV Commissione consiliare), l’Assessore alla Agricoltura, Industria agroalimentare, Risorse agroalimentari, Riforma fondiaria, Caccia e pesca, Foreste della Regione Puglia Donato Pentassuglia ha attivato un tavolo per sostenere le attività proposte dal Commissario utilizzando le risorse del FEAMP o, in alternativa del Consiglio Regionale. Partecipano al tavolo i Consiglieri Regionali Di Cuia, Scalera, Perrini e Stellato.
Progetto di tutela ambientale con la produzione di mitili ed alghe per ottenere i crediti di carbonio a Taranto
I mitili e le alghe sono degli importanti carbon sink. Nello specifico più del 90% delle conchiglie dei bivalvi è costituito da carbonato di calcio (CaCO3), sintetizzato durante il processo di biocalcificazione, che incorpora una molecola di CO2. Recenti pubblicazioni scientifiche internazionali hanno quantificato la quantità di CO2 che la cozza mediterranea allevata (Mytilus galloprovincialis) è in grado di assorbire attraverso un approccio ecosistemico di Life Cycle Assessment (LCA). Gli studi dimostrano che per ogni chilogrammo di cozze raccolte e confezionate, la formazione del guscio durante la crescita del mollusco consente di catturare in modo permanente oltre 146 g di CO2, a fronte di circa 55 g di CO2 equivalenti emessi, rispettivamente per l'allevamento. In un contesto più ampio ed attuale, l'acquacoltura dei bivalvi potrebbe essere inclusa nel sistema di scambio del carbonio e svolgere un ruolo importantissimo verso l'economia carbon-neutral prevista nel Green Deal europeo (ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050). In aggiunta, la quasi totalità delle alghe interviene nei processi di immagazzinamento del carbonio (nella forma di CO2) per fissarlo nella biomassa: il cosiddetto blue carbon. Le recenti indagini basate sullo studio metagenomico hanno dimostrato con chiarezza il ruolo delle macroalghe per la cattura della CO2. Tale effetto è particolarmente evidente negli habitat costieri, ecosistemi altamente produttivi che contribuiscono notevolmente al sequestro globale del carbonio. In particolare, le macroalghe sono in grado di catturare importanti quantità di carbonio generando ossigeno che, in questo caso particolare, risulta utilissimo per la respirazione dei mitili, soprattutto nei periodi di maggiore criticità caratterizzati da maggiore temperatura delle acque e gravi situazioni di ipossia ed anossia.
La produzione di mitili e di alghe può quindi generare forme integrative di reddito per il settore della mitilicoltura sia attraverso la vendita diretta per la produzione di biofuels che di crediti di carbonio che sono certificati negoziabili, equivalenti ad una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita grazie ad un progetto di tutela dell'ambiente realizzato con l'obiettivo di ridurre le emissioni globali di CO2 e/o di altri gas ad effetto serra.
Azione di riqualificazione dell’Area Tarantina ai fini dell’incremento dell’attrattività e dello sviluppo produttivo sostenibile
La presente azione punta alla riduzione dei livelli di inquinamento nell’Area Tarantina e/o all’individuazione di siti che, pur ricadenti all’interno del perimetro del SIN di Taranto, presentano livelli di contaminazione accettabili, restituendo aree dismesse agli utilizzi produttivi e favorendo una crescita compatibile con l’ambiente e con l’equità sociale, in piena coerenza con gli obiettivi della Transizione giusta e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In tale direzione la presente azione mira a sostenere la caratterizzazione ambientale e la bonifica delle aree dismesse e degradate (a terra e a mare), con la finalità di riqualificazione di aree periferiche utilizzabili per le finalità produttive o per la creazione di infrastrutture e aree a verde, ovvero per dare propulsione alla blue economy, con l’apporto delle tecnologie più evolute.
Tali azioni di risanamento del territorio, volte anche alla deperimetrazione del SIN Taranto, in stretta sinergia con le altre azioni previste dal JTF, mirano a far diventare l’area di Taranto un traino economico, produttivo, tecnologico, conseguendo un ruolo di avanguardia per un più equilibrato sviluppo, rafforzando e, al tempo stesso ammodernando, il modello sociale.
L’intervento rivolge particolare attenzione alla tutela delle risorse naturali ed ambientali, ed in particolare ad assicurare lo svolgimento di attività produttive nelle aree a terra ed a mare, affrancando i territori dai vincoli burocratici propri delle aree SIN.
L’azione progettuale si riferisce ad una selezione delle priorità degli interventi di bonifica e di caratterizzazione.