Descrizione sintetica del progetto

Attività di biorisanamento a terra

Le attività di biorisanamento a terra saranno realizzate in aree pubbliche ed avranno carattere dimostrativo e di modularità.

Come è noto e ormai consolidato, le piante esercitano un importante azione di cattura e biodegradazione di sostanze inquinanti dai suoli. Delle 320 mila specie di piante conosciute al mondo, circa 700 sono in grado di svolgere un’importante azione di biorisanamento; molte di esse sono iper-accumulatrici ed alcune anche selettive e in grado si trattenere importantissime quantità di metalli e terre rare trasformando tali sostanze da inquinanti a risorsa.

Le specie da utilizzare per il biorisanamento fito-assistito sono selezionate in funzione dei seguenti criteri:

  1. tipologia di contaminanti presenti nel suolo e profondità della contaminazione in relazione alla profondità delle radici;
  2. condizioni geologico-pedologico-climatiche-ambientali delle aree;
  3. disponibilità o meno di acqua (privilegiando l’impiego di acque reflue depurate, per le quali è in corso una proficua interlocuzione con AQP);
  4. capacità di sequestro della CO2, funzionale anche al ricevimento di vantaggi economici collegati ai crediti di carbonio;
  5. redditività delle produzioni in relazione ai mercati ed ai possibili utilizzi.

Nella selezione delle specie da utilizzare nel progetto sarà data priorità alle potenzialità di valorizzazione economica dei contaminanti per la trasformazione in risorsa (Phytomining/Biorecovery). Infatti, alcune specie consentono la fito-estrazione di metalli, quali berillio e vanadio (che sono materie prime critiche) nichel, zinco, rame e persino oro e platino, ed alcune specie iper-accumulatrici possono concentrare tali elementi nelle loro biomasse. La biomassa "contaminata" può essere poi trattata con processi di chimica elementare che portano al recupero dei metalli. Questo processo, noto come "phytomining", può trasformare un costo in un importante ricavo (Esempi: Alyssum murale (per Ni), Noccaea caerulescens (per Zn e Cd).

Nella selezione delle specie si ritiene utile privilegiare specie vegetali autoctone che offrono numerosi vantaggi per la sostenibilità e l'efficacia del biorisanamento tra cui il più agevole adattamento alle condizioni climatiche, pedologiche e idriche locali, garantendo una maggiore sopravvivenza e crescita, in generale maggiore resistenza a patogeni e parassiti endemici, riducendo l'uso di fitofarmaci (che possono influire sulla mobilizzazione degli inquinanti), la conservazione della biodiversità, atteso che le specie autoctone supportano la biodiversità e l'integrità dell'ecosistema, l'integrazione paesaggistica e la  fornitura di servizi ecosistemici considerato che specie autoctone spesso interagiscono in modo più efficace con la fauna locale (impollinatori, dispersori di semi), contribuendo al ripristino complessivo dell'ecosistema.

Ulteriore elemento da considerare sarà la capacità di sequestro della CO2, funzionale anche all’ottenimento di vantaggi economici collegati ai crediti di carbonio.

In conclusione, l'obiettivo che ci si è posto è quello di massimizzare l'efficienza del processo dei processi di cattura degli inquinanti, ovvero della bonifica, minimizzare l'impatto ambientale nel risanamento ambientale e favorire la sostenibilità economica e sociale degli interventi.

L’azione dimostrativa del progetto “Filiere verdi” rappresenta un’opportunità strategica per il miglioramento della qualità ambientale e, potenzialmente, anche per lo sviluppo economico locale. Infatti, utilizzare specie vegetali per decontaminare, ovvero per migliorare la qualità dei suoli, rappresenta anche l’opportunità di avviare attività economiche alternative – per fasi temporali - e contestuali a quella della produzione agricola del territorio tarantino, migliorandone la potenzialità.

Attività di biorisanamento a mare

Le attività nelle aree a mare saranno svolte specificatamente nel Mar Piccolo di Taranto, attualmente incluso nel SIN di Taranto a causa della qualità dei suoi sedimenti e delle sue acque, e mireranno a utilizzare sia microrganismi sia specie vegetali e animali, naturalmente presenti nell’area di studio, per interventi di risanamento ambientale.

È noto, infatti, che le alghe (micro e macroalghe) sono organismi fotosintetici che svolgono un ruolo chiave nell’equilibrio ecologico degli ecosistemi marini. Recentemente l’importanza di tale ruolo è stata riconosciuta dalla Commissione Europea che, nella Comunicazione “Towards a strong and sustainable EU algae sector” (EU COM 592/22), ha evidenziato come questi organismi, attualmente poco sfruttati in Europa rispetto alle loro elevate potenzialità, possano contribuire al raggiungimento di diversi obiettivi del Green Deal.

La biomassa algale è una risorsa versatile che viene utilizzata per una varietà di applicazioni in Europa. Il principale utilizzo è a scopo alimentare, anche per la produzione di integratori alimentari, addensanti, conservanti e mangimi. Ulteriore impiego è quello relativo all’utilizzo dei prodotti algali in cosmetici e prodotti per il benessere, per la produzione di biocarburanti, di fertilizzanti e di biopolimeri. Relativamente recenti sono gli studi inerenti all’utilizzo della biomassa algale per il biomonitoraggio e per la bioremediation, nonché al loro utilizzo per il sequestro massivo della CO2 atmosferica fungendo da “pozzi o sink” dell’anidride carbonica, capaci di contribuire anche a mitigare l’acidificazione delle acque.

L’azione dimostrativa del progetto Filiere verdi rappresenta un’opportunità strategica per il miglioramento della qualità ambientale e, potenzialmente, anche per lo sviluppo economico locale. Infatti, utilizzare i microrganismi, le macroalghe e le oloturie, rappresenta l’opportunità di avviare attività economiche alternative e contestuali a quella della mitilicoltura identitaria del territorio tarantino senza per questo ridurne la potenzialità.

L’attività vedrà la realizzazione dell’azione dimostrativa in quattro siti che, in via preliminare potranno essere localizzati ognuno in una delle 4 zone del I Seno del Mar Piccolo di Taranto, che a loro volta sono state definite sulla base di precedenti indagini tecnico-scientifiche effettuate nel bacino.

Attività per lo sviluppo e la promozione di “filiere verdi”

Il presente progetto, tra l’altro, valorizza tecnologie di decontaminazione mature ed aggiunge innovazione e valore pubblico alle iniziative in corso attivate dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto, quali il progetto di Forestazione Urbana, Green Belt. Infatti, la costruzione ed il consolidamento di filiere verdi produttive consentono di valorizzare anche le biomasse prodotte nell’ambito delle citate iniziative, offrendo un possibile contributo anche in termini di ricadute economiche proveniente dalla commercializzazione delle biomasse, ricadute particolarmente utili per sostenere l’onerosa manutenzione del verde in aree pubbliche.

In definitiva l’attivazione di solide filiere verdi consente vantaggi plurimi che vanno dalla rimozione/degradazione di inquinanti nei territori contaminati e con riferimento alle diverse matrici ambientali (aria, acqua e suolo), della riduzione dello spolvero con effetti positivi sulla riduzione e/o abbattimento delle polveri sottili, con effetti positivi sulle produzioni agroalimentari, sulla salute dei cittadini, sull’ambiente e sul sequestro di ingenti quantità di CO2, producendo vantaggi economici, sociali ed occupazionali.

Le strategie di disseminazione, formazione, informazione, supporto tecnico e divulgazione, faranno leva esattamente su tali aspetti positivi, enfatizzando le ricadute economiche sulla base di risultati concreti e tangibili di progetti, di conoscenze, competenze ed esperienze che tanto gli organizzatori del progetto tanto i partecipanti alle attività operative avranno acquisito.

La suddetta strategia per lo sviluppo di filiere verdi, supportata da dati scientifici, punta ad attuare azioni che promuovono l’estensione delle aree di intervento del biorimedio fito-assistito, rendendo protagonisti principali direttamente gli operatori del mondo agricolo che, esercitando una significativa azione di rimozione/degradazione degli inquinanti ovvero di miglioramento della qualità dei loro suoli, potranno conseguire importanti vantaggi economici con la produzione di biomassa e dai crediti di carbonio, nonché coinvolgendo il mondo industriale per lo sfruttamento della stessa biomassa.

Le azioni di promozione e disseminazione sono un pilastro fondamentale per il successo del progetto "Filiere Verdi": non si tratta solo di comunicare i progressi, ma di raccogliere adesioni per il coinvolgimento di imprese, di giovani e istituzioni e tradurre la visione del progetto in risultati concreti e tangibili anche sul piano economico/occupazionale.

Allo scopo di avviare la creazione di un terreno elettivo e favorevole in cui "fare attecchire" i risultati del progetto dimostrativo, creando un ecosistema collaborativo, sono state avviate delle azioni funzionali alla creazione di un network di imprese attraverso la sottoscrizione di accordi mirati.

In particolare, con tali finalità sono stati sottoscritti i seguenti Accordi:

·       Confindustria Taranto - siglato dal Commissario e dal Presidente di Confindustria Taranto Dott. Salvatore Toma in data 20 dicembre 2024;

Per la creazione di condizioni di contesto favorevoli funzionali anche all'attivazione di nuove forme imprese innovative, è fondamentale formare figure professionali che operino nel settore del fitorimedio e delle biotecnologie. Questi professionisti saranno centrali per la trasformazione economica del territorio e per la rigenerazione di aree compromesse.

In tale direzione è stato sottoscritto un Accordo con la Fondazione Biotech For Life ITS Academy (siglato dal Commissario e dalla Presidente Dott.ssa Milena Rizzo in data 22 luglio 2025) che punta alla realizzazione di attività formative per giovani provenienti dagli Istituti tecnici. Le iscrizioni si sono aperte nel mese di settembre 2025 ed il corso, che si terrà a Taranto presso l'Università di Bari e dovrebbe avviarsi entro l'anno. Tale corso è stato presentato presso la Prefettura di Taranto assieme alle istituzioni lo scorso 9 settembre 2025 (nel link sono disponibili i comunicati stampa ed alcune immagini). Il corso è stato finanziato dal Ministero dell'Istruzione e del Merito e la specializzazione di giovani studenti consentirà di trovare una adeguata collocazione occupazionale. In questo modello di sviluppo che coinvolge il sistema produttivo tarantino e non solo, le biomasse risultanti dai processi di bonifica non saranno scarti da smaltire, ma materie prime da valorizzare.  In aggiunta ulteriori iniziative di disseminazione saranno condotte nell'ambito della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici in programma il 26 ed il 27 settembre 2025 a Taranto.

Investire in queste competenze significa costruire un nuovo modello di sviluppo economico per il territorio: un modello che coniuga la tutela dell'ambiente con la creazione di valore e di occupazione qualificata. Questa scelta, a sua volta, consoliderà un'industria verde competitiva e sostenibile, capace di attrarre investimenti e di porre le basi per un futuro più resiliente per il territorio.

Le azioni di promozione che si intendono perseguire attraverso il progetto " Filiere Verdi: Interventi di bio-rimedio fito-assistito per il risanamento di aree “a terra” ed aree “a mare” dell’area vasta di Taranto - Promozione di “filiere verdi” punta ad attrarre ulteriori investimenti: presentando il progetto a un pubblico più vasto, si mira ad attirare l'interesse di imprese e investitori da altre parti d'Italia e d'Europa. Le "Filiere Verdi" diventano così un polo di attrazione per il capitale, stimolando la crescita economica e la diversificazione del territorio.

Infine, la condivisione dei risultati e l'apertura al confronto sono essenziali per costruire un consenso sociale forte, dimostrando che l'azione ambientale può essere un motore di sviluppo economico.

In sintesi, la disseminazione è la leva che trasforma un'iniziativa progettuale in un'occasione di sviluppo, promuovendo una cultura d'impresa che coniuga innovazione, sostenibilità e competitività.