Progetto di tutela ambientale con la produzione di mitili ed alghe per ottenere i crediti di carbonio a Taranto

I mitili e le alghe sono degli importanti carbon sink. Nello specifico più del 90% delle conchiglie dei bivalvi è costituito da carbonato di calcio (CaCO3), sintetizzato durante il processo di biocalcificazione, che incorpora una molecola di CO2. Recenti pubblicazioni scientifiche internazionali hanno quantificato la quantità di CO2 che la cozza mediterranea allevata (Mytilus galloprovincialis) è in grado di assorbire attraverso un approccio ecosistemico di Life Cycle Assessment (LCA). Gli studi dimostrano che per ogni chilogrammo di cozze raccolte e confezionate, la formazione del guscio durante la crescita del mollusco consente di catturare in modo permanente oltre 146 g di CO2, a fronte di circa 55 g di CO2 equivalenti emessi, rispettivamente per l'allevamento. In un contesto più ampio ed attuale, l'acquacoltura dei bivalvi potrebbe essere inclusa nel sistema di scambio del carbonio e svolgere un ruolo importantissimo verso l'economia carbon-neutral prevista nel Green Deal europeo (ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050). In aggiunta, la quasi totalità delle alghe interviene nei processi di immagazzinamento del carbonio (nella forma di CO2) per fissarlo nella biomassa: il cosiddetto blue carbon. Le recenti indagini basate sullo studio metagenomico hanno dimostrato con chiarezza il ruolo delle macroalghe per la cattura della CO2. Tale effetto è particolarmente evidente negli habitat costieri, ecosistemi altamente produttivi che contribuiscono notevolmente al sequestro globale del carbonio. In particolare, le macroalghe sono in grado di catturare importanti quantità di carbonio generando ossigeno che, in questo caso particolare, risulta utilissimo per la respirazione dei mitili, soprattutto nei periodi di maggiore criticità caratterizzati da maggiore temperatura delle acque e gravi situazioni di ipossia ed anossia.
La produzione di mitili e di alghe può quindi generare forme integrative di reddito per il settore della mitilicoltura sia attraverso la vendita diretta per la produzione di biofuels che di crediti di carbonio che sono certificati negoziabili, equivalenti ad una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita grazie ad un progetto di tutela dell'ambiente realizzato con l'obiettivo di ridurre le emissioni globali di CO2 e/o di altri gas ad effetto serra.