Trasmissione Rai3 Presa diretta del 20 ottobre 2024 – Gen. Francesco Paolo Figliulo, Commissario straordinario alla ricostruzione risponde ai quesiti della trasmissione
1.Quanti soldi sono stati stanziati, quanti erogati e quanti effettivamente spesi dei 2,5 miliardi per la messa in sicurezza del territorio? Il governo parla di 6 mila interventi per la difesa idraulica e di 1,6 miliardi spesi. La Regione risponde con 402 cantieri e 343 milioni di euro impegnati.
Chiariamo in primo luogo che la messa in sicurezza del territorio riguarda gli interventi di ricostruzione pubblica. Per questi, il Governo ha stanziato per l’esattezza 2,828 miliardi di euro.
Le ordinanze finora emanate per la Regione Emilia-Romagna hanno autorizzato 6.444 interventi per un importo di 2,455 miliardi di €. Si tratta di interventi per la difesa idraulica, il ripristino dei danni alle infrastrutture stradali e ferroviarie, le infrastrutture sportive, le scuole.
A fronte di tale spesa autorizzata, finora sono stati erogati circa 250 milioni di euro, di cui 96 per lavori ultimati e il resto in acconto, sulla base delle richieste effettivamente pervenute da parte dei soggetti attuatori della regione Emilia- Romagna (Province, Comuni, Unioni dei Comuni, Consorzi di bonifica, Agenzia regionale di sicurezza territoriale e Protezione civile). Questi soggetti hanno richiesto alla mia Struttura Commissariale l’erogazione delle risorse: in acconto, a stato avanzamento lavori, ovvero (SAL) o saldo dei lavori. La struttura commissariale eroga le risorse richieste entro un massimo 8 giorni.
Con specifico riferimento alla difesa idraulica - di competenza dell’Agenzia regionale di Sicurezza territoriale e Protezione civile, autorità idraulica sui corsi d’acqua della Romagna - sono stati complessivamente stanziati 374 milioni di euro per 275 interventi. A fronte di questa disponibilità, sono state presentate richieste di erogazione a saldo per circa 19,9 milioni di euro, relative a 40 interventi completati. Per altri 23 interventi, sono state erogate somme in acconto pari a 29,9 milioni di euro.
2. I soldi sono stati stanziati, ma molti enti locali sostengono di non riuscire a spenderli a causa di iter burocratici lunghi e complessi, tanto che alcuni comuni sono stati costretti ad anticipare propri fondi per eseguire gli interventi urgenti di messa in sicurezza. Dove sta la verità? Quanti soldi sono effettivamente arrivati nelle casse degli enti locali a cantiere terminato?
È vero che alcuni Comuni hanno utilizzato propri fondi per eseguire interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio, ma ciò dipende dalla mancata iscrizione a bilancio, da parte degli enti locali, delle risorse messe a disposizione con le mie ordinanze. Infatti, una volta che le risorse rese disponibili dal Commissario straordinario vengono iscritte a bilancio, il Comune può richiederle, con una PEC inviata alla struttura commissariale, con tempi medi di erogazione di 8 giorni. Per quanto riguarda le polemiche sulla complessità delle procedure, noi abbiamo semplificato al massimo, nel rispetto comunque della legalità, visto che si tratta di soldi pubblici e lavori pubblici. Se confrontassimo il nostro iter con quello ordinario di gestione della spesa per un appalto pubblico (Codice dei Contratti pubblici) sarebbe subito evidente quanto abbiamo fatto per accelerare e semplificare. Anzi, le ordinanze emanate in materia di ricostruzione pubblica prevedono un quadro derogatorio senza precedenti, unico nel suo genere, perché concilia il rispetto della legalità con la necessità di interventi il più rapidi possibile. Ad esempio, prevedono l’affidamento diretto delle opere fino ad un importo di 500 mila euro, procedure negoziali senza pubblicazione di bandi di gara e procedure semplificate per ottenere i pareri necessari all’approvazione dei progetti. In particolare, i soggetti attuatori possono approvare i progetti avvalendosi, ove necessario, della conferenza dei servizi semplificata, con termini ulteriormente ridotti a 27 giorni, rispetto ai 70-115 giorni previsti in condizioni normali. Mi pare evidente lo sforzo fatto per tenere insieme rapidità e efficacia degli interventi con le esigenze di controllo di legalità. Anche per questo, le semplificazioni sono state concordate con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), con la quale ho stipulato un protocollo di “vigilanza collaborativa”.
3. 1,3 miliardi era la cifra destinata ai ristori per famiglie e imprese. Ma per il momento, sono arrivati solo circa 21,8 milioni di euro ai privati e appena 8,3 milioni alle imprese. Perché? Sia i cittadini che le imprese del territorio lamentano una difficoltà legata alla piattaforma Sfinge, sulla quale vanno caricate le richieste di rimborso. Dopo quasi un anno e mezzo in cui le criticità sono emerse in modo chiaro, perché non cambiare la piattaforma o almeno semplificarla?
Gli importi concessi corrispondono a 41,7 milioni di euro (di cui 33,4 milioni di euro alle famiglie e 8,3 milioni di euro alle loro imprese), per 1.345 richieste di contributo evase (1.143 pratiche da parte delle famiglie e 202 pratiche da parte delle imprese).
Il motivo per cui il numero di domande presentate finora è inferiore alle prime previsioni è molteplice. Tra i fattori principali, la carenza oggettiva di tecnici abilitati disponibili per la redazione delle perizie e la necessità di mettere a norma le difformità edilizie. Anche questa è un fattore esterno e indisponibile alla nostra volontà. I cittadini si sono poi lamentati della mancanza di una norma per il contributo per i beni mobili, ma qui ho dovuto attendere l’intervento del governo perché serviva una copertura legislativa, che è arrivata nel giugno 2024. Inoltre, va considerato che una parte dei danni minori potrebbe essere già stata coperta tramite i contributi di immediato sostegno erogati a 23.000 famiglie (per un totale di 107 milioni di euro) o tramite eventuali rimborsi assicurativi, che non possono essere cumulabili con la richiesta di contributo.
Infine, constato che c’è stata una la diffusa disinformazione riguardo le modalità di richiesta ed erogazione dei fondi, complici anche interessi e obiettivi che hanno poco a che fare con la questione dell’alluvione.
La mia struttura è h24 al servizio dei cittadini. Ci hanno chiamato per questo e a questo dedichiamo il nostro impegno quotidiano, sia nel prevedere un quadro regolatorio a sostegno delle loro esigenze, sia nella fase attuativa.
Ad esempio, sul piano regolatorio è la prima volta che in caso di catastrofi una ordinanza preveda subito l’erogazione del 50% del danno riconosciuto, con la sola presentazione della perizia, senza presentare alcuna fattura.
Sul piano pratico, abbiamo mandato costantemente il nostro personale sul territorio per aiutare le persone a compilare le domande. Abbiamo attivato, a partire dal mese di marzo 2024, degli sportelli informativi, tuttora operativi, dove il personale della struttura commissariale e di INVITALIA (società che si occupa di verificare la completezza e correttezza tecnica e amministrativa delle pratiche di ristoro e che ha la gran parte dei propri tecnici a Bologna nello stesso comprensorio della Regione) risponde a eventuali quesiti e fornisce indicazioni per la corretta compilazione delle domande, continuando, pertanto, ad assicurare ai tecnici e ai cittadini il massimo supporto possibile in loco. Inoltre, nel sito istituzionale del Commissario straordinario alla ricostruzione è attivo una sezione “Campagna Informativa”, finalizzata all’assistenza nella compilazione delle domande. Il nostro personale è in continuo contatto anche con i comitati di cittadini e ordini professionali, che incontra recandosi sul territorio. Si tratta di un contatto importante anche per noi, perché ci consente di integrare le ordinanze sulla base delle imprevedibili e concrete esperienze.
La piattaforma SFINGE non presenta criticità. Il suo uso è stato deciso d’intesa con la Regione Emilia-Romagna, poiché già utilizzata dalla regione a seguito del terremoto del 2012. La piattaforma è ben conosciuta sia dai cittadini che dai tecnici, risultando facilmente adattabile alla gestione delle pratiche legate all’alluvione. Per le stesse ragioni, una soluzione analoga è stata adottata anche per le regioni Toscana e Marche, prevedendo, dunque, il ricorso a piattaforme già esistenti e conosciute sul territorio.
4. Le recenti ordinanze, di inizio ottobre, prevedono tra l’altro la possibilità di assumere più velocemente personale tecnico-amministrativo sul territorio, con l’obiettivo di mettere a terra i progetti per cui sono stanziati i fondi. Evidentemente, quindi, riconosce che erano troppo esigue le risorse fino ad ora? E allora perché si è aspettato 16 mesi, e una nuova alluvione, per implementare il numero di tecnici?
La Corte dei conti, in varie relazioni, ha più volte sottolineato la carenza di competenze tecniche e scientifiche nella pubblica amministrazione, un limite che incide sulla capacità degli enti di gestire efficacemente interventi complessi come quelli necessari per la ricostruzione. In diversi rapporti, la Corte ha evidenziato come questa mancanza di figure specializzate, quali ingegneri e tecnici esperti, rappresenti un problema strutturale, che ostacola il coordinamento e l’esecuzione puntuale delle opere. Tale constatazione mette in luce un dato concreto: la necessità di rafforzare le competenze tecniche negli enti pubblici per garantire interventi di qualità e ridurre i rischi per la sicurezza del territorio.
Rispetto a questo problema generale, la portata dell’evento alluvionale ha subito evidenziato le difficoltà degli enti locali. Per questo motivo, su mia proposta in qualità di Commissario straordinario alla ricostruzione, il Governo ha adottato ad ottobre 2023 una norma specifica che ha previsto la possibilità per gli enti locali di assumere personale tecnico e amministrativo (fino a un massimo di 250 unità, di cui 216 per la regione Emilia-Romagna) a tempo determinato, mediante lo scorrimento delle graduatorie vigenti di concorsi già banditi. Acquisita le intese delle regioni interessate, ho emanato, già a gennaio 2024, una prima ordinanza in materia.
Constatato il limitato numero di personale tecnico resosi disponibile, è stato necessario emendare la norma, al fine di ampliare le possibilità di assunzione. A tal proposito è intervenuto, a giugno 2024, il decreto-legge 76/2024 e a settembre 2024, acquisite le intese delle regioni, ho firmato l’ordinanza n. 34, per adeguare le modalità di selezione alla suddetta norma.
Contestualmente, ho proceduto anche a stipulare convenzioni con società in house dello Stato (SOGESID, INVITALIA, CONSAP, RFI, ANAS, ecc.) per supportare gli enti locali nelle progettualità più complesse.
5. Nonostante lo sforzo del governo e i tanti soldi stanziati molti lavori di ripristino sono andati a rilento. Cosa possiamo imparare da questa vicenda? Esistono delle norme ad hoc nel nostro ordinamento per i casi di emergenza?
Da questa vicenda possiamo imparare che la prevenzione è la prima cosa. Poi, seguono le normative ad hoc per gestire le emergenze, come il Codice della Protezione Civile (Decreto Legislativo 1/2018), che stabilisce le procedure per dichiarare lo stato di emergenza, i poteri di ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile e le modalità per coordinare gli interventi successivi. Queste ordinanze permettono di intervenire rapidamente per soccorrere la popolazione, ripristinare infrastrutture e riprendere le attività economiche. Tuttavia, applicare le leggi emergenziali non basta e soprattutto fare affidamento sulla capacità di gestire le emergenze non va bene.
In un contesto in cui gli eventi climatici estremi sono sempre più frequenti, la prevenzione deve diventare una priorità assoluta, ciò vale per tutte le regioni e le province autonome. È necessario intervenire con misure sistematiche per la pulizia dei fiumi, il rafforzamento degli argini, la costruzione di vasche di laminazione, la gestione degli animali fossori e il continuo aggiornamento dei Piani di assetto idrogeologico. Queste attività sono fondamentali per rendere il territorio più resiliente.
Occorre evidenziare che le opere di ricostruzione, soprattutto quelle strutturali, impongono approfondimenti tecnici e progettuali, oltre a monitoraggi costanti che inevitabilmente richiedono tempo. Con le ordinanze emanate, sono state stanziate risorse significative per avviare interventi di mitigazione del rischio idrogeologico che hanno previsto un regime derogatorio unico nel suo genere finalizzato ad accelerare al massimo le procedure per la realizzazione degli interventi, ma il vero obiettivo resta quello di adattare il territorio alle sfide future, trovando un equilibrio tra conservazione ambientale e sviluppo produttivo.
6. Pur riconoscendo l’impegno per il ripristino del territorio, molti lamentano un’eccessiva distanza della struttura commissariale dalle aree interessate dall’alluvione. Perché non si è pensato di prevedere un presidio permanente sul territorio, in modo da rendere più rapido ed agevole il dialogo tra le parti? Lei ha detto di aver lavorato di concerto con Regione e Comuni, ma sono proprio questi ultimi a lamentare questa distanza.
Mi spiace e mi sorprende che qualche amministratore locale, in pubblico, affermi ciò che nelle interlocuzioni personali con gli stessi amministratori non ho mai riscontrato. Io e il mio staff siamo sempre stati presenti sul territorio, in occasione dei frequenti incontri istituzionali, con i comitati dei cittadini e con la popolazione residente. Personalmente ho visitato quasi tutti i comuni colpiti dagli eventi alluvionali del maggio 2023 (alcuni anche più di una volta).
Ho personale della struttura commissariale permanentemente a Bologna. Il mio staff, i miei tecnici ed io siamo sempre sul territorio: svolgiamo continue riunioni con la regione, con i comuni, con i rappresentanti dei comitati locali e i referenti degli ordini professionali degli ingegneri, degli architetti, dei periti agrari, degli industriali, degli agronomi forestali e dei geometri. Proprio durante questi incontri, sono state formulate richieste da parte di famiglie e imprese, soprattutto relativamente alla ricostruzione privata. Per questo motivo, nel marzo 2024, ho disposto l’apertura di sportelli di assistenza, cui ho già fatto cenno precedentemente. Questa iniziativa ha avuto molto successo. Inizialmente attivati nelle città di Cesena, Faenza, Forlì, Ravenna e Lugo per fornire assistenza e consulenza a tecnici dei comuni e ai cittadini per l’inoltro delle domande di rimborso dei danni subiti dall’alluvione, altri sportelli sono stati via via aperti in ulteriori comuni romagnoli, tra i quali Sasso Marconi, Monte San Pietro, Conselice e nella Bassa Romagna. Gli sportelli hanno operato continuamente anche per tutto il mese di agosto e oggi sono un “presidio fisso” della mia struttura commissariale, a contatto diretto con il territorio.
A chi poi, nonostante tutto questo, continua a dire che “il Commissario avrebbe dovuto spostare la sua sede di lavoro in Romagna” rispondo che:
- almeno una volta a settimana, io sono sul territorio;
- la tecnologia moderna mi consente di prendere parte, da remoto e in qualsiasi momento, a riunioni e incontri e con i sub-commissari (in particolare con il Presidente Bonaccini prima e con la Presidente facente funzioni Priolo oggi), con i quali dialogo continuamente per concordare azioni e prendere decisioni;
- il Commissario di Governo svolge, altresì, un’importante ed intensa attività di raccordo diretto a Roma con i Ministeri interessati, a vario titolo, nelle attività di ricostruzione.
Concludendo, posso affermare, con onestà intellettuale, che, a partire da luglio 2023, ho lavorato senza sosta instaurando un rapporto continuo e diretto con il territorio ed i suoi rappresentanti istituzionali.